Reclami e segnalazioni al Garante aumentati del 400%. Ginevra Cerrina Feroni: “servono più risorse umane, finanziarie e tecnologiche”.

Al momento stai visualizzando Reclami e segnalazioni al Garante aumentati del 400%. Ginevra Cerrina Feroni: “servono più risorse umane, finanziarie e tecnologiche”.

I reclami e le segnalazioni sono aumentati ma il Garante Privacy è sottodimensionato rispetto ai fenomeni che si trova a fronteggiare. Vediamo nell’articolo l’intervista a Ginevra Cerrina Feroni.

Aumento dei reclami e delle segnalazioni al Garante

I reclami e le segnalazioni sono aumentati in maniera costante: erano 12.921 nel 2021, 30.880 nel 2022 – un incremento quindi di oltre il 100% –, fino ai 120.311 del 2023, con un incremento di quasi il 400% rispetto all’anno prima. Sono i numeri che emergono dall’intervista realizzata dal Sussidiario a Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente del Garante per la protezione dei dati. Si tratta di numeri ingestibili per un’Autorità che attualmente comprende circa 160 persone. Per la vicepresidente sono necessari investimenti in risorse umane, finanziarie e tecnologiche per rendere la protezione dei dati effettiva.

Per approfondire > Garante Privacy: la relazione annuale 2023, attività e interventi

Italia tra inchieste e arresti 

Negli ultimi mesi l’Italia è stata teatro di una serie di inchieste ed arresti che fanno riflettere sulla gestione della sicurezza e dei dati. Tra queste, la vicenda legata ai “dossieraggi“, dove l’indagine della Procura ha rivelato accessi non autorizzati a diverse banche dati. 

Dalle anomalie nei comportamenti di Striano e Laudati alle intercettazioni di politici da parte della società Equalize, fondata dall’ex superpoliziotto Carmine Gallo, i media ora sembrano in silenzio, complice anche la presenza di numerosi “omissis” nei documenti. Tuttavia, ci sono diversi aspetti da non trascurare, al di là dell’aspetto giudiziario: il controllo, la sicurezza e la protezione delle banche dati.

La vicenda “dossieraggi” 

Secondo la vicepresidente del Garante, ci troviamo di fronte a un fenomeno preoccupante. L’esistenza di un vasto “mercato” di dati personali trafugati dalle principali banche dati pubbliche minaccia le basi stesse del nostro sistema democratico, con due implicazioni fondamentali. La prima riguarda la violazione sistematica di un diritto essenziale: la protezione dei dati personali dei cittadini e dei decisori pubblici. La seconda implica il rischio per l’integrità dello Stato e delle istituzioni che lo costituiscono.

Secondo Ginevra Cerrina Feroni gli episodi come quelli di Striano e Laudati evidenziano come sia necessario investire nella tutela dei dati personali. Durante queste vicende, infatti, sono stati violati diversi diritti e libertà fondamentali, tra cui riservatezza, segretezza della corrispondenza e protezione dei dati personali. 

Privacy e democrazia vanno di pari passo

I diritti alla privacy e trasparenza entrano in gioco soprattutto nel nuovo scenario digitale. Questo perché la circolazione dei dati può consentire di informarsi, ma la circolazione indiscriminata di informazioni può mettere in pericolo i diritti personali.

Tutto ciò però può rappresentare un pericolo per la democrazia perché “la violazione della privacy impatta sul concetto di forma di Stato, cioè sul rapporto tra governanti e governati, tra potere e cittadini, e sbilancia tale rapporto nel senso di determinare concentrazioni di potere a tutto vantaggio di chi detiene le informazioni.”. Di conseguenza, quando rinunciamo alla privacy rinunciamo anche in parte alla nostra libertà.

Aumento reclami e segnalazioni: la task force del Garante

Il Garante, per proteggere i dati personali di ciascuno e per far fronte all’aumento di reclami e segnalazioni, sta pensando di costituire una task force. Questa comprenderà le realtà pubbliche e private, la sanità e il settore tecnologico. Tutte queste realtà dovranno collaborare per individuare le violazioni avvenute e in seguito le migliori risposte sanzionatorie e correttive. L’obiettivo è quello di prevenire episodi di questa natura.

Quali sono le procedure che andrebbero adottate per evitare il dossieraggio?

Per evitare il ripetersi dei dossieraggi, è necessario che i decisori politici adottino interventi e investimenti mirati a rafforzare la consapevolezza sulla protezione dei dati personali e a potenziare la sicurezza delle infrastrutture e dei sistemi in cui tali dati sono trattati e conservati. Un ruolo cruciale spetta al Parlamento, che dovrebbe cogliere l’opportunità di introdurre normative specifiche per arginare le pratiche di dossieraggio, accompagnate da un cambiamento culturale che sottolinei l’importanza della protezione dei dati come diritto fondamentale, sancito dagli articoli 16 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea e 8 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE.

Tuttavia, affinché queste misure siano efficaci, è indispensabile rafforzare le autorità di vigilanza come il Garante per la protezione dei dati personali (GPDP), attualmente sottodimensionato rispetto alle crescenti sfide, aggravate dall’aumento esponenziale delle attività di controllo, dei provvedimenti emessi e dei reclami gestiti.


L’intervista completa realizzata dal Sussidiario a Ginevra Cerrina Feroni è disponibile qui.